Cibo per animali domestici, si può scaricare dalle tasse? La legge parla chiaro

Chi vive con cani e gatti si è fatto almeno una volta questa domanda: il cibo per gli animali domestici si può scaricare dalle tasse?

Cani e gatti (ma non solo) sono sempre più presenti nelle case e nella vita delle famiglie italiane. Da Nord a Sud, non sono affatto poche le persone che decidono di trascorrere la propria esistenza in compagnia di un animale domestico. Per avere un’idea reale di quanti siano gli animali domestici che vivono nelle case degli italiani pensate che ogni 100 abitanti ci sono in media 53,1 animali da compagnia.

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Cibo animali domestici, si può detrarre dalle tasse? Ecco cosa dice la legge – news.notizieflash.com

Ovviamene non parliamo solo di cani e gatti, come qualcuno potrebbe essere portato a pensare così, in un primo momento. In mezzo agli “animali domestici” presi in esame ci sono anche uccelli, piccoli mammiferi come conigli e criceti, e poi ancora pesci e rettili. Chiaramente bisogna nutrire questi animali se si è deciso di prendersi cura di loro. Pertanto la spesa a fine mese aumenta per acquistare crocchette, mangime, ecc. Ma queste spese si possono scaricare sul 730?

Cibo per animali e dichiarazione dei redditi: come funziona

Sono tante le persone che si chiedono se il cibo per gli animali domestici si può detrarre in sede di dichiarazione dei redditi, insomma, se si può scaricare dalle tasse. Infatti gli italiani sono secondi in Europa per il numero di animali domestici posseduti. Addirittura da un analisi effettuata dal Censis di recente a proposito del valore sociale dei medici veterinari è emerso che in Italia gli animali domestici sono in tutto 32 milioni

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Si possono detrarre le spese per il cibo degli animali? Gli esperti rispondono – news.notizieflash.com

In particolare parliamo di ben 12,9 milioni di uccelli, 7,5 milioni di gatti, sette milioni di cani, 1,8 milioni di piccoli mammiferi come criceti e conigli, 1,6 milioni di pesci e infine 1,3 milioni di rettili. Chi decide di vivere con un animale domestico? L’indagine fotografa un popolo composto soprattutto da persone separate e divorziate (68%) e persone che non hanno fatto famiglia, cioè che sono single (54%).

Considerando che le famiglie italiane spendono in media parecchi miliardi di euro all’anno per nutrire e curare i propri animali, per comprare cibo e altri accessori che servono per la loro toletta e le cure veterinarie, sarebbe conveniente se si potesse detrarre le spese sostenute per gli amici animali tramite il 730 precompilato o inserendoli nella dichiarazione dei redditi redatta a mano.

Purtroppo non è così, le spese per il cibo di cani, gatti & co. non si possono detrarre. Nemmeno se si tratta di un cibo “dietetico” prescritto dal veterinario. Le altre tipologie di spese veterinarie come la prestazione professionale del medico, le analisi di laboratorio, ricoveri e interventi in cliniche, acquisto di farmaci, sono ammesse.

Cioè si possono detrarre queste spese per il 19% su un tesso massimo di 550 euro sottraendo la franchigia di 129,11 per chi ha un reddito complessivo di 120.000 euro. La detrazione decresce fino a scomparire con l’innalzarsi del reddito totale pari a 240.000 euro.

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