Guerra in Israele, pericolo aumento prezzo del gas: perché si rischia una scossa al mercato energetico

Tra le conseguenze del conflitto in Medio Oriente vi è la concreta possibilità di incremento del prezzo del gas, le cause

Le tensioni internazionali si ripercuotono immediatamente sulle quotazioni delle materie prime, come si è visti chiaramente con le conseguenze del conflitto in Ucraina. In quell’occasione ha determinato un blocco delle importazioni del gas naturale e del petrolio dalla Russia, con contraccolpi molto forti sul mercato europeo.

prezzi gas in aumento
La fiammata dei prezzi del gas per i consumatori – notizieflash.com

Le speculazioni sui prezzi presso il mercato di Amsterdam, il principale riferimento per gli scambi di gas nel continente europeo, erano già avviate verso i rialzi e con la guerra si incrementarono, con aumenti fortissimi dei costi del gas naturale. Le conseguenze per i consumatori europei, compresi quelli italiani, furono bollette pesantissime per diversi mesi e la necessita di contrarre i consumi per arginare le pesanti perdite nei bilanci familiari.

Guerra in Israele cosa potrebbe accadere al gas

Oggi il meccanismo speculativo derivante dalle tensioni internazionali appare simile. Nei giorni scorsi il mercato di Amsterdam ha registrato i primi consistenti rialzi proprio all’indomani dello scoppio della crisi militare. I prezzi hanno già raggiunto i 50 euro a megawattora, anche se si stanno verificando delle parziali frenate in queste ultime ore.

Guerra Israele, gas alle stelle
Guerra in Israele, esplosione (Ansa) notizieflash.com

In Italia, l’indice per l’energia elettrica è già salito sopra i 140 euro al megawattora vista la stretta connessione tra costi del gas naturale e prezzo dell’energia elettrica. Anche le quotazione del  petrolio sono tornate a salire, dopo una fase di calo dei prezzi. Ora l’indice del Brent/Wti è di 85 euro al barile. Israele per ragioni di sicurezza ha interrotto le estrazioni di gas naturali dai suoi giacimenti nel mar Mediterraneo, bloccando le esportazioni.

L’Italia non importa gas israeliano, i suoi principali fornitori sono Qatar e Stati Uniti con il costoso gnl (gas naturale liquefatto) e soprattutto l’Algeria, ma la reazione a catena di eventi bellici e speculazioni potrebbe comunque coinvolgere le produzione del Paese magrebino, vista la sua posizione a favore della causa palestinese e di Hamas. L’Italia resta fortemente dipendente dalle importazioni di gas e petrolio con un approvvigionamento estero pari all’80% dei suoi fabbisogni energetici.

Questo spiega la sua vulnerabilità alle tensioni internazionali. Secondo le associazioni dei consumatori la guerra in Israele potrebbe comportare per i consumatori italiani degli aumenti in bolletta di gas e luce fino al 15%, con una spesa aggiuntiva di 115 euro all’anno per l’energia elettrica e di 199 euro annui in più per il gas.

L’aumento complessivo per le famiglie potrebbe arrivare a 300 euro all’anno per gas e luce. Senza considerare che queste tensioni si verificano proprio all’inizio della stagione fredda, periodo dell’anno che segna un aumento dei consumi e di conseguenza dei prezzi. Quindi le possibilità di ulteriori fiammate speculative sui prezzi sono purtroppo molto concrete.

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