Con Ikigai potresti trovare quella formula per la felicità che cerchi da sempre, ma per attuarle devi conoscerla fino in fondo.
La felicità è un attimo che vola via o qualcosa per cui vale la pena impegnarsi fino in fondo? La vita di ognuno oltrepassa gioie, malumori, tragedie, e tanto altro. Tutto questo si consolida in crisi che a volte hanno un nome, altre esplosioni, ed in certi casi finiscono per consumarsi anche soltanto internamente. Così, viene fuori un metodo chiamato Ikigai, il quale potrebbe aiutarti ad affrontare le situazioni più complesse.
Con il termine Ikigai non indichiamo soltanto una “formula”, ma proprio un modo di intendere la vita. Per capire bisogna fare un’importante premessa. Quest’ultima non è sempre perfetta, ed a volte bisognerebbe anche normalizzare il fatto che vada male. Spesso viene trattata troppo semplicisticamente, anche quando si considerano le relazioni.
In realtà i rapporti più intensi sono quelli che nella maggior parte dei casi possono andare male, ed al tempo stesso si identificano come unici. Attenzione, non vogliamo normalizzare ciò che è tossico e fa male, ma vogliamo puntualizzare che la vita migliore che si possa vivere ha degli spigoli “aguzzi.”
Ikigai, ecco cosa fare per essere davvero felice!
Quindi, con questa prima analisi, introduciamo un termine che nella visione giapponese è un vero mantra di vita. Infatti, il termine Iki vuol dire vivere, gai equivale a ragione. Per cui banalmente la traduzione sarebbe “ragione di vita”, ma c’è molto di più. Se vuoi capire fino in fondo, prendi carta e penna, e realizza il tuo personalissimo schema di vita.
Diciamo questo perché se non si affronta fino in fondo la propria esistenza, quanto esplicato rimane vano ed in superficie. Perché è così importante la “Ragione d’essere?” Per il semplice fatto è indica la possibile rotta che attrae tutto ciò che rende ogni esistenza piena, intensa e ricca di soddisfazioni.
Prendi il foglio e dividilo in quattro, questo sono le cosiddette “quattro macro-aree”. In queste riponi 4 temi: ciò che ami nel primo quadrante, ciò di cui hai bisogno nel secondo, ciò per cui ti pagano nel terzo, e nel quarto inserisci ciò che sai fare bene. Se vuoi numerali con 1-2-3-4, ma letteralmente scrivi queste quattro diciture, e sotto rispondi analizzando la tua vita secondo queste differenti prospettive.
Scrivere aiuta a concretizzare ciò che a volte è sepolto dentro e fatica a venire fuori. Cosa accade? Che questi quadranti si intersecano tra loro, e formulano a loro volta altre 4 sottocategorie. Come le elaboriamo? Uniamo i quadranti prendendo i numeri o le scritte appena riportate.
Se associamo al primo quadrante il secondo, cioè ciò che ami con ciò di cui hai bisogno, puoi decidere di incanalare le tue energie nella tua missione. Quindi, uno e due. Se metti insieme il secondo quadrante pocanzi citato con ciò per cui ti pagano, cioè il terzo, allora hai due e tre, conosci la tua vocazione.
Continuando in questo percorso se integri al terzo il quarto quadrante, ciò per cui ti pagano e ciò che sai fare bene, hai il tuo lavoro. Infine, riunisci il quarto quadrante al primo, ed hai la tua passione.
In ordine abbiamo definito: missione, vocazione, lavoro e passione. Lo scopo di questa guida non è constatare se la tua vita faccia schifo o meno, ma avere uno strumento rivoluzionari.
È imparare quel metodo che ti permette di analizzare a fondo la tua vita, per capire se stai intraprendendo la strada giusta. Potrai notare che non sempre la tua passione sia soddisfatta o che questa coincida con il tuo lavoro, oppure che non hai mai avuto una vocazione e non hai mai nemmeno pensato ad una tua missione.
Interrogarsi, porre delle analisi interiori, fa scoprire quei punti di svolta che mai avresti immaginato di fare prima. Percorri il tuo cammino con consapevolezza, non con la presunzione di non errare, ma con l’aspirazione a dare il massimo in ogni tua sfaccettatura.
Dove si trova infine la parola Ikigai? Al centro di tutto questo, ed è la tua parola, che vale ogni tuo sforzo nella tua missione, vocazione, lavoro o passione che sia.