Da un lato il bonus per rimanere in azienda, dall’altro Quota 103 per la pensione anticipata. Cosa scegliere?
Non solo la possibilità di andare in pensione prima del tempo. È stato sbloccato anche l’incentivo, rivolto ai lavoratori che avrebbero i requisiti per interrompere con Quota 103 il lavoro, a continuare la loro attività. Di fatto offrendo loro una sorta di bivio a due scelte.
Una è il cosiddetto Bonus Maroni che l’esecutivo a guida Meloni intende riproporre come dichiarato dal Ministro dell’Economia Giorgetti perché, a suo dire, ha “grandi potenzialità”. Dall’altro c’è la misura che consente, raggiunti i 61 anni di età e con 41 di contributi, di poter andare in pensione senza dover attendere i 67 anni.
Il bonus per continuare a lavorare: quali vantaggi e qual è l’alternativa
La ragione che spinge il governo a riproporre il bonus è legata alla necessità di avere lavoratori in specifici settori professionali, professionisti che rimandino la pensione continuando a dare il loro contributo all’azienda ma anche all’Italia intera. Il contributo extra per chi resta al lavoro riguarda 45mila lavoratori circa ovvero chi ha raggiunto i requisiti per accedere Quota 103 e verrebbe erogato direttamente in busta paga.
Lo si può ottenere presentando domanda all’Inps per via telematica ed attendendo la conferma entro 30 giorni. Di fatto si va a rinunciare all’accredito contributivo ma lo si ottiene come surplus del 9,19% dello stipendio aggiunto in busta paga ovvero aggiungendo la quota a carico dei lavoratori. Lo svantaggio è legato al fatto che la pensione sarà leggermente più bassa in proporzione agli anni di lavoro proprio per non aver versato i contributi per l’extra tempo trascorso in azienda.
Come funziona Quota 103
Dall’altra parte c’è Quota 103, misura introdotta con l’ultima Legge di Bilancio del governo Meloni e ad oggi valida fino al 31 dicembre 2023 anche se verrà certamente prorogata anche per il 2024 dal momento che non vi sono risorse per introdurre Quota 41. In questo caso si può andare in pensione in anticipo a 62 anni con 41 di contributi versati. Ma la pensione non potrà essere superiore a cinque volte i trattamenti minimi e non la si potrà inoltre cumulare con altri redditi da lavoro (ad eccezione di quelli da lavoro autonomo ed in misura non superiore a 5000 euro). Dunque l’importo massimo ottenibile è pari a 2.818,65 euro per il 2023. Per fare domanda è presente un apposito modulo sul sito dell’Inps.