Cos’è l’indennità di discontinuità e qual è la procedura che un lavoratore deve seguire per poterla ottenere? Attenzione anche ai requisiti.
Se ne sente parlare spesso ma non tutti sanno di cosa si tratti. Nota come indennità di discontinuità, è una forma di aiuto economico rivolta ad una categoria di lavoratori e consente loro di far fronte ad un periodo di tempo nel quale non svolgono alcun tipo di attività lavorativa.
Di fatto ci troviamo di fronte ad un vero e proprio ammortizzatore sociale erogato ‘una tantum’: ma a chi è destinato, quali sono i requisiti e come lo si può richiedere? Facciamo chiarezza.
Indennità di discontinuità: a chi è rivolta e come la si può richiedere
Anzitutto è bene sottolineare che l’indennità di discontinuità è stata pensata e messa a punto appositamente per i lavoratori dello spettacolo. Il motivo è presto detto: i periodi di discontinuità lavorativa, per chi svolge questa professione, sono spesso numerosi ed infatti questo settore è caratterizzato da un tasso di precariato piuttosto elevato. Da qui la necessità di garantire, nei mesi trascorsi senza lavorare, una copertura economica. L’indennità di discontinuità va a sostituire l’Indennità di disoccupazione per i lavoratori autonomi dello spettacolo (Alas) ed è rivolta, nello specifico, tutte le categorie indicate nel decreto del ministero del Lavoro del 25 luglio 2023 che lo scorso 6 ottobre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Oltre ai lavoratori autonomi sono inclusi anche i subordinati a tempo determinato e i Co.Co.Co. a condizione che prestino un’attività artistica o tecnica che sia, si legge, “direttamente connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli”; sono previste anche altre attività ma devono risultare sempre nell’ambito dello spettacolo. I lavoratori discontinui iscritti al Fondo di previdenza dello spettacolo la possono richiedere.
Per quanto riguarda gli altri requisiti occorrono la cittadinanza italiana o europea, l’essere residenti da almeno un anno in Italia ed un reddito Irpef che non superi, nell’anno che precede l’invio della domanda, i 25mila euro. Ancora, occorre aver maturato un minimo di 60 giornate di contribuzione accreditata al Fondo pensioni dello spettacolo; non bisogna essere titolari né di pensione né di rapporto di lavoro subordinato (nell’anno precedente la richiesta) e il reddito da lavoro deve derivare per la maggior parte dall’attività lavorativa connessa all’iscrizione al fondo.
L’importo erogato, minimo e massimo
L’importo erogato è variabile e viene calcolato sulla base di un terzo delle giornate accreditate nel fondo nell’anno precedente. Sottraendovi però le giornate che vengono coperte da altri indennizzi o contribuzioni e con un massimo di giornate che possono essere considerate non superiore a 312. Il minimale contributivo previsto per il 2023 dall’Inps è di 29,98 euro mentre l’importo massimo dell’indennità è pari a 104 giornate che moltiplicate per 29,98, danno come risultato 3.117,92 euro. La somma viene erogata una tantum ed in un’unica soluzione.