Chi non ha autostima e non è in grado di riconoscere il proprio valore, vuole dire che è affetto dalla “sindrome dell’impostore”.
La sindrome dell’impostore è un fenomeno interiore in cui una persona si convince di non meritare il successo che ha ottenuto nonostante il duro lavoro.
Questo pensiero porta a credere che gli altri si accorgeranno presto della sua presunta incompetenza e lo considereranno un bugiardo e un truffatore.
Tuttavia, la realtà è che la persona affetta da questa sindrome è l’unica nel team a non riconoscere le proprie capacità.
Anche se può capitare a tutti di ottenere un riconoscimento o una promozione per fortuna piuttosto che per merito, nutrire questo pensiero in modo frequente e prolungato può essere un segnale da controllare.
Cos’è la sindrome dell’impostore e come affrontarla
La sindrome dell’impostore è caratterizzata da una persona che finge di essere o sapere più di quanto sia in realtà.
Chi ne soffre pensa di essere un millantatore e di non meritare il successo ottenuto. Le psicologhe Suzanna Imes e Pauline Rose Clance hanno riconosciuto e denominato questo disturbo, notando che molte donne ne erano affette a causa degli stereotipi di genere.
La sindrome è associata a una bassa autostima e impedisce al soggetto di riconoscere le proprie competenze.
Le persone affette da questa sindrome mentono a sé stesse, non agli altri, e vivono con il timore di essere scoperte, causando ansia e riduzione dell’autostima.
È un disturbo che si manifesta in persone con bassa autostima e che si sentono insicure delle proprie qualità.
Questo disturbo può essere causato dall’ansia di scalare rapidamente una carriera difficile, dall’esposizione a livelli di stress elevati e dalla necessità di non sbagliare. Sono a rischio anche i perfezionisti e chi ha uno spiccato senso del dovere.
La sindrome dell’impostore, studiata da David Dunning e Justin Kruger, è una situazione in cui una persona con modeste competenze sovrastima la propria preparazione e la considera erroneamente eccellente o superiore alla media.
Quando la sindrome è conclamata e ha effetti invalidanti, è necessario consultare un terapeuta per identificare le cause profonde del disturbo, spesso legate all’infanzia e all’adolescenza, e sviluppare un percorso di guarigione appropriato.
Tuttavia, ci sono anche alcune pratiche che possono essere adottate per uscire gradualmente da questa situazione e sviluppare una sana autostima.
È importante avere il supporto di persone fidate per ricostruire la propria autostima. Annotare i passi fatti per affrontare una situazione critica aiuta a valutare in modo obiettivo il proprio successo.
Ripercorrere la propria storia aiuta ad essere consapevoli delle proprie capacità. È importante evitare di fare confronti con gli altri e accettare i complimenti senza sminuirsi. Infine, bisogna dire no al timore del giudizio e accettare la critica per migliorare.