Sono diversi i quartieri partenopei messi in Zona Rossa a causa dei Campi Flegrei. Con il piano di evacuazione tutti sapranno come muoversi.
C’è grande preoccupazione a Napoli per quanto riguarda le scosse di terremoto causate dai Campi Flegrei, con gli esperti che sono tornati a parlare di bradisismo dopo più di trent’anni. In queste settimane è stato quindi reso noto l’ultimo piano di evacuazione, comprendente tutti i quartieri che fanno parte della zona rossa: cosa bisognerà fare.
Nell’ultimo mese abbiamo potuto notare come si sia risvegliato il vulcano attivo dei Campi Flegrei, provocando numerose scosse di terremoto che hanno messo tanta paura ai cittadini. A tal proposito si è tornato a parlare di piano d’evacuazione, anche perché l’INGV (Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia) non ha escluso una possibile eruzione. Sono diversi i quartieri che fanno parte della zona rossa, soggetta al pericolo di flussi piroclastici in grado di rappresentare la minaccia numero uno per i cittadini.
Infatti ad essere compresi sono interi comuni come Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, e alcune parti dei comuni di Giugliano in Campania e Marano di Napoli. Ovviamente sono incluse anche alcune municipalità di Napoli, in grado di ospitare oltre 500mila abitanti. Sono diverse le azioni da compiere in caso di allarme vulcanico a partire dall’evacuazione preventiva, l’unica misura davvero efficace per mettere al sicuro gli abitanti della zona rossa. Andiamo quindi a scoprire cosa bisogna fare in caso di allarme.
Zona rossa, tutte le zone interessate: come funziona il piano d’evacuazione
Nel caso in cui scatta l’allarme vulcanico, come abbiamo anticipato, l’evacuazione è l’unica misura per mettere in sicurezza i cittadini. Per prima cosa c’è una fase di “preallarme”, dove le persone che lo desiderano potranno allontanarsi autonomamente, trasferendosi in sistemazioni alternative come possono essere case di amici o affitti, ricevendo un contributo finanziario dallo stato.
Mentre se scatta l’allarme da parte delle autorità, tutta la popolazione deve abbandonare la “zona rossa”. Questo può essere fatto autonomamente o con assistenza e l’intera operazione potrebbe durare 72 ore suddivise in tre fasi. Nella prima (12 ore) bisogna permettere alle persone di prepararsi e per gestire il traffico. Nelle successive 48 ore ci sarà l’evacuazione pianificata dalla “zona rossa” secondo un calendario stabilito dai piani comunali. Infine poi ci saranno le ultime 12 ore che verranno utilizzati come margine di sicurezza per ulteriori situazioni critiche.
Tutti coloro che scelgono l’assistenza statale potranno sfruttare un piano di gemellaggio che prevede il trasferimento dalla “zona rossa” a Regioni e Province autonome italiane. Questo avviene con pullman forniti dalla Regione Campania. Il trasferimento successivo alle “Aree di incontro” fuori dalla “zona rossa” e dai punti di accoglienza nelle Regioni e Province autonome gemellate avviene con vari mezzi di trasporto differenti in base alle destinazioni.
Mentre per coloro che scelgono di allontanarsi autonomamente dovranno seguire i percorsi di evacuazione pre-stabiliti. Ricordiamo inoltre che i quartieri di Napoli che rientrano nella zona rossa sono: San Ferdinando (pro parte); Montecalvario (pro parte); Chiaia, Posillipo, Arenella (pro parte); Vomero (pro parte); Chiaiano (pro parte); Soccavo; Pianura; Bagnoli Fuorigrotta.